

Landini, sì al referendum vuol dire basta morire sul lavoro
Per segretario Cgil 'rimettere a centro dignità di chi lavora'
"Votare Sì al referendum dell'8 e 9 giugno vuol dire basta precarietà, basta morire sul lavoro, basta licenziamenti ingiusti. Vuol dire rimettere al centro la dignità di chi lavora": è quanto ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, oggi alla Cascata delle Marmore in occasione dell'iniziativa pubblica, organizzata dal sindacato, al Belvedere superiore del parco i Campacci. "C'è chi sta pensando a un comitato del silenzio, più che a un comitato per il No - ha aggiunto - e allora dobbiamo essere noi a parlarne". Per Landini "il referendum è uno strumento che permette ai cittadini di cambiare leggi balorde e ingiuste che hanno precarizzato il lavoro". "Andare a votare - ha aggiunto - è un atto semplice, ma può essere una vera e propria rivolta democratica contro lo stato attuale delle cose". Landini ha poi denunciato una "cultura del profitto che ha prevalso sulla sicurezza", affermando che "garantire salute e diritti costa, ma è necessario". "Non possiamo più accettare che si muoia lavorando come 50 anni fa - ha sottolineato -, è tempo di un nuovo modello di impresa che metta al centro la persona, non i dividendi". Infine un appello alla partecipazione. "Abbiamo scritto a tutti i partiti - ha ricordato Landini -: ognuno è libero di essere per il Sì o per il No, ma è un dovere costituzionale invitare a votare. L'astensionismo è una minaccia alla democrazia e chi invita a non votare, a restare a casa o andare al mare, viola i principi della Costituzione".
F.Petit--MJ